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L'autore ha attraversato da protagonista il mondo dell'industria informatica italiana dai primi anni sessanta a oggi. Il racconto della sua odissea professionale e politica inizia con una cadenza di narrazione leggera, per assumere la forma di analisi e denuncia delle responsabilità dell'arretramento del paese in questo settore vitale per l'economia e per la società. Emerge, tra le riflessioni politiche, il tema della formazione della grande impresa di software a partire da ciò che resta sul mercato frammentato e occupato dalle aziende straniere. La grande impresa proiettata verso l'Europa è considerata la condizione per non perdere definitivamente il treno delle opportunità nell'alta tecnologia.